Andrea , il ragazzo dai pantaloni rosa

La madre : “Andrea , io ti riporto a scuola”

Andrea ,il ragazzo dai pantaloni rosa
Andrea ,il ragazzo dai pantaloni rosa

, il ragazzo dai pantaloni rosa. Ti racconto una storia che non vorrei raccontare , perchè ha il sapore amaro di una sconfitta : è sempre una sconfitta , per l’umanità , quando qualcuno , specie se giovanissimo , rinuncia a vivere . Ti racconto la storia di Andrea : romano , quindicianni , lo studio , la famiglia , una vita normale . D’un tratto però qualcosa cambia , per via di un candeggio sbagliato . La mamma , per errore , per distrazione , non separa i suoi jeans dai capi colorati e quei pantaloni si tingono di rosa . Andrea non si arrabbia , come farebbe qualunque adolescente , ride , ci scherza su e li indossa . Fiero , sfoggia a scuola , il liceo Cavour, il suo paio di jeans personalizzati , che lo rendono “unico” , perchè un ragazzo è questo che desidera : sentirsi speciale. Ma i compagni di classe , proprio non gliela perdonano quell’originalità e con la crudeltà che solo il branco sa mostrare iniziano a deriderlo , creando un profilo su un noto social network dal titolo : “Il ragazzo dai pantaloni rosa” . Gli insulti e gli scherzi si ripetono e susseguono , sempre più pesanti , fino al giorno in cui qualcuno dei compagni dipinge sul muro della scuola la scritta : “Non fidatevi del ragazzo coi pantaloni rosa , è frocio”. Andrea torna a casa , disperato , solo , afferra una sciarpa , se la lega al collo , sente ancora la eco delle risate dei suoi “amici” risuonargli nelle orecchie ,quando stringe il nodo, fino a soffocare . Andrea , il ragazzo che non si sentiva bello , che cercava qualcuno che , amandolo , lo facesse sentire tale , non c’è più e questo non è uno scherzo. E’ il 20 novembre , un giorno di quasi inverno , il giorno in cui , suicidandosi , quel ragazzo pone fine ai suoi tormenti , ma lascia la madre , Teresa Manes, nel risucchio di una voragine. Da allora sono trascorsi tre anni , tre anni che la sua famiglia ha vissuto in preda ai sensi di colpa per non essere stata abbastanza presente , per non aver capito in tempo il disagio. Teresa , intervistata da alcuni giornalisti di testate e televisioni , ha parlato di : “Casualità bastarda della vita” , di “Buona educazione” , che avrebbe prima “spaesato” il figlio e poi lo avrebbe “piegato a quella parte di società feroce che non lascia sconti a nessuno e ti vuole bieco e impuro a tutti i costi , pena l’esclusione” . Cosa resta di questa dolorosa vicenda , chiedi?, un fascicolo aperto contro otto minorenni , l’accusa, poi caduta , nei confronti della preside , responsabile di aver fatto cancellare quella maledetta scritta senza avvisare i genitori. Chi è oggi Andrea ? , Andrea è l’Associazione italiana Prevenzione Bullismo , è gli occhi di sua madre quando ne parla ai cronisti , dicendo : “Sono spinta da un pensiero folle , lo riconosco : quello di resuscitare Andrea. Vorrei riportare mio figlio lì dove dovrebbe ancora stare , ovvero tra i banchi di una scuola… Recentemente , ho incontrato la senatrice Elena Ferrara  , prima firmataria del DDL sulla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo , ora al vaglio della Camera . Infatti , dire oggi : “Mio figlio è morto per bullismo” è come dire : “Mio figlio è morto per niente!” , perchè una legge in materia non esiste … Sarà pure follia quella che sostiene la mia azione ma , in fondo , solo se un sogno è sostenuto da una follia , quel sogno si avvera” .

 

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